l’ordine e le interviste a pagamento

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In Emilia Romagna s’è scoperto quest’estate che se un politico voleva farsi intervistare da qualche tv doveva pagare.
Scandalo, stupore, meraviglia.
Ora, l’Ordine dei giornalisti del Veneto chiede agli enti locali – chissà perché non interpella anche noi iscritti – «la trasmissione della documentazione relativa a eventuali servizi acquistati dai vari enti pubblici».

Per facilitare il mio Ordine, allego una delibera del Comune di Villafranca di Verona, liberamente consultabile sul sito internet del Comune, accedendo da qui.

Trova le differenze/2 (e pensaci su un pochino)

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Questo è un esempio (un pochino diverso da quello postato ieri) di quanto un comunicato stampa istituzionale, in questo caso ancora proveniente dal Comune di Verona, possa essere utilizzato in se stesso come notizia, senza riguardo a verifiche, importanza, accuratezza o affidabilità.

Di che storia si tratta, dunque?

La polizia locale, dedita al compito di prendersi cura del decoro e del nitore, ha «fatto pulizia» su questo appezzamento di terreno (la foto è stata diffusa dal sito del Comune), sfrattandone tre fratelli di 24, 22 e 15 anni (quest’ultimo è stato portato in istituto) e una quarantenne: in breve, sfrattandone quattro romeni.

Trova le differenze

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La prima immagine è lo screenshot di un comunicato stampa del Comune di Verona uscito sul sito istituzionale.
La seconda immagine è lo screenshot di un pezzo uscito sul sito di un giornale locale.
(Clicca sulle immagini per ingrandirle)

La velina di denuncia

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Va bene che è Ferragosto, ma io non sono sicura che questa notizia (clicca sull’immagine per ingrandirla) possa «tenere» l’apertura della home page di Repubblica (sono le 13 circa), a meno che non si sia tutti, senza eccezione, entrati in un delirio moralistico capace solo di dividere il mondo in due: i «virtuosi» di qui, gli «spreconi» di là.

I toni sono fortissimi, e c’è la solita venatura di antimeridionalismo, che non fa mai male e nessuno mai rileva come critica.
Come con gli zingari: vorremmo forse negare che non profumano?
Il contesto non importa quasi mai. Conta ciò che sembra il «fatto»: ma un fatto in sé non è niente, a meno che non lo si contestualizzi.
Il fatto non contestualizzato è quell’«your own fact», quel «fatto come piace a te» di cui parla l’esergo – se si chiama così – di questo blog.

Comunque, ecco un passaggio:

L’arcano di Ferragosto – ultimo della serie nel Paese del burosauro – emerge da un monitoraggio compiuto sulle strutture dell’amministrazione statale.

Il pezzo elenca alcune cifre, dice che «ci sono anche eccezioni meridionali» (oh!), come Napoli, che spende circa 6 euro per cittadino, e poi si domanda:

Il prezzo dei giornalisti

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Capisco che l’Emilia non è l’Italia intera; però lo stesso mi pare curioso che una notizia di questa portata venga «annegata» fra i titolini della home page di Repubblica.

Se le cose stanno come il pezzo dice, significa che c’è qualcuno che considera gli organi di stampa come agenzie di pubblicità che fanno profitti grazie alla propaganda dei prodotti in commercio; e – peggio ancora – che esiste qualche organo di stampa che considera se stesso come un’agenzia di pubblicità che fa profitti grazie alla propaganda dei «prodotti» in commercio.
Non è che io viva su Marte. Da un certo punto di vista, anzi, mi stupisce che questa notizia sia potuta uscire, anche se ricordo che a Verona – negli anni di Tangentopoli – ci furono pubblici ministeri che si occuparono di casi in tutto simili a questi.

E non è che mi sfugga che l’interesse delle aziende editoriali – se l’articolo dice il vero – sta nel tenere nascoste questo genere di transazioni.
Quel che mi sembra singolare è che tacciano i giornalisti.